La musica del grande Arcangelo Corelli ha influenzato non solo tutti i compositori contemporanei ma anche le successive generazioni. Il suo stile inconfondibile è stato banco di prova nonché fonte di ispirazione per tutti i compositori che volevano affermarsi, consacrando il genere della triosonata come principale esempio di magistrale composizione. Il programma si snoda tra composizioni originali e musiche dei più “ispirati” compositori dell’epoca per un omaggio a Corelli a secoli di distanza.
Il repertorio presentato è costituito principalmente da triosonate e da alcune sonate a flauto solo e continuo di varia provenienza dalle opere di Vivaldi. Il nostro progetto di trascrizione ci ha portato a continuare una tradizione che durante il ‘700 era ancora presente e preponderante. In mancanza di repertorio originale per il proprio strumento, i flautisti attingevano, per il proprio personale esercizio e per le proprie esecuzioni pubbliche e private, dal migliore e più vasto repertorio disponibile, quello del violino.
Il nostro percorso ideale parte dalla musica per danza di origine italiana, da due raccolte particolarmente importanti. Si tratta del manoscritto Mus MS 1503(h), conservato nella Bayerische Staatsbibliothek di Monaco di Baviera e del manoscritto Royal Appendix 59-62 della British Library di Londra. Le opere dei due manoscritti appartengono indicativamente ai primi anni del XVI secolo, radunando maggior parte della letteratura italiana di musica di ballo esistente intorno alla prima metà del ‘500.
A cavallo tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo ebbe inizio il lento cammino che avrebbe condotto alla definizione delle forme principali della musica strumentale, in seguito esaltate prima dai grandi autori del Barocco e poi dai compositori romantici. Oltre all’Italia, la Germania svolse in questo ambito un ruolo di importanza decisiva, risentendo sia delle influenze della scuola italiana sia delle suggestioni dello stile francese, senza dimenticare i numerosi compositori inglesi che operarono nelle città tedesche.
Il Codice Paris Lat. 1139 della metà del XII secolo, oggi conservato alla Biblioteca Nazionale di Parigi, conserva uno dei più importanti ed affascinanti drammi liturgico-musicali: lo Sponsus. Si tratta di un dramma escatologico che svolge il tema del ritorno di Cristo sulla terra; tratto dalla parabola contenuta nel Vangelo secondo Matteo e più noto come Laus delle Vergini Savie e delle Vergini Fatue. Il laus si colloca all’interno della liturgia per la prima domenica dell’Avvento ed esorta l’uomo ad essere vigile nell’attesa del ritorno del Figlio di Dio.
L’oratorio Jephte, composto da Giacomo Carissimi, rievoca la storia di questo condottiero degli Israeliti che, per propiziarsi la vittoria sugli Ammoniti, fa voto di immolare in sacrificio a Dio la prima persona che gli verrà incontro dopo la vittoria. Historia di Jonas, composta nel 1650 circa, è concepita per 9 solisti e doppio coro. L’oratorio latino, nato dallo sviluppo del mottetto dialogico di ambito controriformistico, subisce influssi diversi, dalla cantata latina alla “historia” biblica, alla lamentazione e alla nascente opera.
Eseguita per la prima volta a Napoli nel 1733, La serva padrona di Giovanni Battista Pergolesi è considerata da molti la prima opera buffa della storia e nel 1752 una sua rappresentazione parigina fece scoppiare la Querelle des bouffons, una disputa tra lo stile francese e quello italiano. La straordinaria bellezza della musica di Pergolesi, i toni brillanti e maliziosi del libretto di Gennaro Antonio Federico e il divertente confronto tra la giovane servetta e l’anziano padrone continuano a conquistare il pubblico di tutto il mondo.