Dalla metà degli anni Novanta gli appassionati di musica antica residenti in Piemonte coltivano il loro genere musicale preferito assistendo ai concerti di Antiqua, rassegna giunta quest’anno alla diciannovesima edizione che nel corso degli anni ha ospitato alcuni dei solisti e degli ensemble strumentali più prestigiosi del panorama filologico internazionale. Sarebbe facile – persino troppo – fare a questo punto un excursus dei momenti più significativi delle edizioni passate, perché sono veramente tanti e degni di menzione. Tuttavia per presentare questa nuova rassegna vale la pena di rimanere saldamente ancorati al presente, per prendere lo slancio che porterà il direttore artistico Pietro Busca e i suoi collaboratori artistici a varare l’edizione del 2015, quella del ventennale, un traguardo estremamente lusinghiero per i tempi di crisi in cui viviamo da tempo e che hanno visto molte iniziative culturali – musicali e non – chiudere tristemente i battenti, impoverendo il patrimonio della nostra bella Italia. I tagli di bilancio – che l’esotica espressione spending review non riesce a rendere meno amari – e la minore disponibilità di spesa delle famiglie hanno reso sempre più difficile destinare alle attività culturali le cifre che meriterebbero, un processo perverso che rischia di ridurre il tempo libero di molti alla programmazione televisiva e a poco altro. Eppure – come si diceva già all’indomani dell’Unità italiana, oltre un secolo e mezzo fa – la crescita di una nazione dovrebbe passare attraverso la maturazione intellettuale dei suoi abitanti. Consapevoli di questa verità tanto semplice quanto incontestabile, gli organizzatori di Antiqua hanno deciso di continuare a proporre concerti gratuiti, una scelta quasi incredibile se si pensa alla qualità dei programmi e al livello artistico degli interpreti in cartellone, una decisione singola che forse si perde nei gravi problemi che attanagliano il nostro paese, ma che vuole porsi come un segnale di speranza e di fiducia in un futuro migliore. Inoltre, dal momento che non si può amare ciò che non si conosce, proseguendo nell’iniziativa varata lo scorso anno, tra un concerto e l’altro alcuni musicisti e studiosi terranno una breve conferenza introduttiva, nel corso della quale verranno presentate con parole semplici e alla portata di tutti gli autori e le opere del concerto in programma la sera stessa. Il Corso Internazionale di Musica Antica. Già, negli ultimi anni nell’ambito di Antiqua ha assunto un’importanza sempre maggiore. Questo appuntamento di grande richiamo giunto alla xvi edizione e curato dal direttore artistico Manuel Staropoli, che vede la partecipazione di un gruppo di docenti di primissimo piano. A differenza di altre iniziative simili, il Corso in programma a Romano non si rivolgono solo ai cosiddetti “addetti ai lavori”, ma cerca in ogni modo di coinvolgere il pubblico con proposte di vario genere e non si limita a una serie di lezioni e al concerto finale degli allievi e dei docenti, ma spalanca anche una finestra verso il futuro, come dimostra il concerto del 28 luglio nella Chiesa Parrocchiale di Scarmagno, nel corso del quale potremo apprezzare l’arte di alcuni dei migliori allievi partecipanti alle precedenti edizioni del Corso. Mi piace concludere questa presentazione con il loro concerto, quale auspicio per l’edizione del prossimo anno e una pronta ripresa del nostro paese.